Parlano gli atalantini (in prestito)…..Cortinovis: sarebbe un onore vestire la maglia dell’Atalanta
Ecco i punti salienti (quelli relativi all’Atalanta e Bergamo) di un’intervista rilasciata da Alessandro Cortinovis a calciomercato.com
“Sto vivendo una stagione positiva, fatta di alti e bassi. Ora che abbiamo raggiunto la salvezza possiamo giocare più tranquilli e provare a raggiungere la zona playoff, anche se è molto difficile”
“In campo cerco di divertirmi come quando giocavo da piccolo all’oratorio”.
E quando segnava all’oratorio della Polisportiva Monterosso faceva esultanze particolari per imitare qualche giocatore?
“No, ma mentre giocavo facevo la telecronaca della partita. E’ una passione che ho sempre avuto, la faccio anche quando gioco alla Play. Un giorno mi piacerebbe fare il telecronista alla Pardo”.
A 8 anni andò all’Inter, come mai è andato via dopo soli due mesi?
“Prima di andare all’Inter avevo fatto un provino con l’Atalanta che però non mi fece sapere nulla, così andai a Milano ma quando mi richiamarono da Bergamo decisi di andare lì. Essendo bergamasco preferito giocare con l’Atalanta, e anche per la mia famiglia era più comodo accompagnarmi e venirmi a riprendere”.
Ma è vero che tifa Inter?
“Quando ero più piccolo sì, ora diciamo che è una simpatia”.
Nel 2015-16 ha segnato una doppietta al Barcellona nel Memorial Scirea.
“Anche se avevo 15 anni ed era solo un torneo, è stato uno dei momenti più belli della mia vita. Ancora oggi ricordo tutto, è stata una gioia immensa”.
La Masìa è uno dei settori giovanili migliori al mondo, chi c’era in quella squadra?
“Ansu Fati, Bernabé, che ora sta facendo bene a Parma, ed Eric Garcia. Diciamo che era una squadra niente male”.
In estate ha lasciato Bergamo dopo 14 anni, quanto è stato difficile?
“Sinceramente pensavo peggio. Ho sempre vissuto a casa insieme ai miei, andare da solo, così lontano, è stato un salto importante. Qui a Reggio però mi sono ambientato subito bene, anche grazie alla città e ai compagni di squadra”.
Qual è la cosa che le manca di più della sua città?
“Le persone: gli amici e la mia famiglia, che ogni tanto mi viene a trovare”.
In un post Instagram ha scritto “non doveva finire così”. A cosa si riferiva?
“Avevamo perso la finale scudetto Primavera, dopo questo viaggio bellissimo volevo chiudere bene il cerchio”.
Dal centrocampo in su ha giocato in tanti ruoli fin da piccolo, qual è il suo preferito?
“Orami trovo molto bene a fare la mezz’ala offensiva”.
Se le dico 2/3/2022?
“Il primo gol in Serie B. Che emozione! E’ arrivato in casa davanti ai nostri tifosi, è stata una liberazione perché era diventato quasi un peso. Durante tutto l’anno avevo avuto qualche occasione ma questo primo gol non arrivava mai, ora che ce l’ho fatta spero di essermi sbloccato”.
Chi è il compagno che le dà più consigli?
“Quello con cui mi confronto di più è Turati, ma anche lui ha poca esperienza. La mia guida è Hetemaj, è il giocatore che mi sprona di più e mi riempie di consigli. Da lui imparo sempre tanto”.
E il giocatore con più talento?
“Senza dubbio Jeremy Menez. E’ di un’altra categoria, un livello incredibile. In allenamento riesce sempre a stupirmi, ogni volta si inventa qualcosa”.
Le piacerebbe tornare all’Atalanta?
“Sono ancora dell’Atalanta, il cerchio non è ancora chiuso. Sono molto legato a Bergamo, per me sarebbe un onore e una bella soddisfazione giocare con quella maglia”.
L’ultima volta che ha parlato Gasperini?
“Quando ho fatto qualche giorno in ritiro con la prima squadra”.
Si sente ancora con qualche ex compagno?
“Certo, siamo molto legati. Ghislandi che oggi è alla Turris è un mio grande amico, siamo cresciuti insieme e quando possiamo cerchiamo di vederci. Con quel gruppo abbiamo una chat Whatsapp ma è da un po’ che è silenziosa, però sarebbe bello un giorno ritrovarci tutti insieme”.
Aver giocato un anno in più in Primavera da fuoriquota l’ha aiutata o penalizzata?
“Non mi pento di aver fatto il fuoriquota. Quell’anno ero capitano e mi ha aiutato ad aumentare le mie caratteristiche da leader, la fascia mi ha dato più responsabilità sia dentro che fuori dal campo”.
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