Parlano gli atalantini: De Roon…..vorrei rigiocare contro il PSG

Parlano gli atalantini: De Roon…..vorrei rigiocare contro il PSG

Marten De Roon si è raccontato a DAZN. Gli inizi, la carriera, Bergamo e anche i social.

MARTEN E I SOCIAL

Quasi tutti i calciatori pubblicano post molto seri, ma la vita e il calcio non è sempre così: è bello scherzare, capita spesso anche negli spogliatoi di farlo.  Sui social invece tutti vogliono essere molto seri, secondo me sui social possiamo esprimerci come tutti e mi piace farlo scherzando, usando l’ironia. Alla fine i calciatori sono persone normali: anche io sono un papà, un marito e sono stato un bambino. e voglio fare vedere sui social che non sono perfetto: faccio gli errori, la faccia strana perché sono impegnato a fare il mio lavoro. Mi diverto, mi piace scherzare e fare diversamente rispetto agli altri.

LA VITA E IL CALCIO

La prima ora dopo la partita faccio fatica a staccare. Poi quando vedo le mie bambine, che sono la parte più importante della mia vita passa tutto.  Soprattutto quando giochiamo di sera, quando torno a casa e vedo le bambine dormire, do un bacio e un po’ mi passa. Ho tre femminucce che sono legate a me e mi piace giocare e scherzare con loro. Le mie figlie dicono che sono matto mentre la mamma è più seria. Come compagno sono un po’ pigro, però sono pronto ad aiutare soprattutto con le bambine. La mia compagna fa sicuramente molto di più di me.

I PRIMI RICORDI CALCISTICI

Il primo ricordo del calcio è legato all’Ajax degli anni 90 con Overmars e Bergkamp, era la squadra più forte del mondo. Mia mamma dice sempre che appena ho iniziato a camminare ho iniziato a giocare con la palla e non volevo altri giochi. solo e sempre calcio. La prima volta che ho giocato mi ricordo bene, non avevo ancora 5 anni per giocare a un torneo ma ho giocato tutto il giorno e dentro di me pensavo che non volevo fare altro.

Mia sorella più grande si chiama Eliana e la più piccola Marisa e io sono nel mezzo. Sono cresciuto molto sereno in famiglia. I miei genitori hanno fatto tanti sacrifici perché mi portavano a giocare ovunque e mi hanno comunque sempre supportato. Sono sempre in contatto con loro e ogni tanto mi mancano famiglia e l’Olanda; soprattutto gli ultimi due anni in cui è stato difficile viaggiare.

GLI INIZI CALCISTICI

Arjan van der Laan è stato l’allenatore che ho avuto allo Sparta Dopo un brutto infortunio volevo quasi smettere e tornare a giocare con gli amici. Lui  mi ha ridato fiducia nel settore giovanile; mi parlava sempre, mi ha fatto diventare capitano e mi ha perché anche lui era stato centrocampista. Anche van Basten mi ha dato tanto, nel salto verso la massima serie olandese quando sono passato all’Heerenveen. Mi parlava spesso e nel primo anno mi ha detto quanto ero importante per la squadra anche se non sempre giocavo. Mi ha dato la fascia di capitano a ventitré anni ed è stato importante per me. C’erano giocatori più esperti ma l’ha data a me perché diceva che ero uno che parlava in campo ed ero un leader.

PREMIER LEAGUE

Non ho mai considerto un errore aver voluto andare in Premier perché è sempre stato il mio sogno. Sei anni fa l’Atalanta non era quella di oggi, nel primo anno a Bergamo abbiamo fatto fatica a salvarci. Ero stato uno dei migliori ma non si vedevano grossi margini di miglioramento. È arrivato il Middlesbrough e ho pensato di poter crescere ancora di più e successivamente passare in una squadra ancora più forte. Ma non sapevo quello che stavo lasciando.

GASPERINI

Gasperini ha una grande mentalità, per lui esiste solo vincere. Non si deve andare al novanta per cento, si deve dare sempre il massimo, e non solo in partita anche in allenamento. Quando fai fatica vuol dire che devi correre di più. Lui ha fatto la differenza e tutti siamo cresciuti, non un solo giocatore La sua mentalità è quella di giocare sempre in avanti e di attaccare; mi ha fatto veramente crescere

PRESENTE E FUTURO

Competere con le migliori è fantastico. Sono emozionato anch’io per la crescita dell’Atalanta, siamo riusciti a fare venire interessare i proprietari dei Boston Celtics e anche io mi domandavo cosa cercassero a Bergamo. Speriamo di tornare in Champions anche se non è facile. Potremmo arrivarci anche attraverso l’Europa League e lo dicevo scherzando, a Djimsiti. Ma è difficile, il Bayer è fortissimo e comunque in campionato possiamo giocarci ancora le nostre carte. Sicuramente vogliamo fare il massimo

A Bergamo sto benissimo qui e qui vedo il mio futuro, sto ancora crescendo spero di poter chiudere qui la mia carriera. Non credo ci saranno grossi problemi

VARIE

L’avversario più forte incontrato è Frank De Jong mentre quello più fastidioso è Saponara che il primo anno mi ha fatto dieci tunnel. Il mio miglior amico nel mondo del calcio è Freuler e con lui possiamo dire di essere una coppia. I giorni più brutti riguardano le due finali di Coppa Italia perse, e sono anche le due partite che vorrei rigiocare oltre ai quarti col PSG. I giorni più belli sono quelli in cui sono nate le mie figlie e i mie sogni riguardano solo la mia famiglia: spero che sia sempre felice e sana.

A margine dell’intervista De Roon si è anche lasciato andare in una frase in bergamasco: An ga de ens tocc insema.

 

 

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