Gli esordienti di Gasperini
Gasperini non è sicuramente allenatore che teme di gettare nella mischia i giovani. Non è avventato ma se crede in un ragazzo o ha bisogno di un contributo fa ricorso alle forze giovanili. L’altra sera a Roma si è avuta la dimostrazione. Si è partiti con due giovani e alla fine sono stati inseriti altri due ragazzini, che non sono andati a sommarsi ai primi ma che hanno decisamente abbassato il tasso di esperienza. Sicuramente è stata un’esigenza, ma il Gasp ha preferito giocare otto minuti con dei giovani piuttosto che giocarli con gente esperta ma alla frutta.
GLI ESORDIENTI NEGLI ANNI
Vediamo nei sei anni del Gasp quali sono stati gli esordienti nel calcio professionistico. Non abbiamo quindi preso in esame gli esordi in serie A, bensì gli approcci al calcio dei grandi. Per intenderci, Kessie ha esordito in serie A con l’Atalanta, ma aveva già alle spalle un campionato di serie B.
Abbiamo quindi segnalato quali e quanti sono questi giocatori e quanti minuti hanno poi giocato nella stagione in cui hanno esordito.
Come si vede ogni anno il Gasp ha lanciato qualcuno. Cero non tutti gli anni sono stati uguali. Il giocatore che è stato più utilizzato nell’anno dell’esordio è stato Barrow. Va anche detto che Musa ha esordito quando aveva già compiuto 19 anni. Aveva, pur giovane, una certa maturità. Possiamo dire che i due giovani sui quali il Gasp ha puntato sono stati Bastoni e Scalvini. E per il difensore bresciano c’è ancora tutto il girone di ritorno da giocare come quinto centrale. La possibilità di accumulare ulteriori minuti è reale.
Quest’anno si presenta come l’anno record con quattro esordienti. Certo c’è stato il Covid, e le sue leggi, che ha condizionato certe scelte. Ma come detto in apertura il Gasp ha preferito giovani freschi a titolari stanchi.
CLASSIFICA
Vediamo la classifica degli esordienti in base all’età il giorno dell’esordio.
Il recordman è Diallo che fra l’altro impreziosisce il suo primo posto col fatto che ha anche segnato un gol il suo primo giorno da professionista. Poi via via gli altri; i diciassettenni sono quattro e fra questi c’è Scalvini. Qualcuno di questi ragazzi ha già costruito un’ottima carriera, qualcun altro ci sta provando e altri ancora stanno incontrando qualche fatica. Poi ci sono gli ultimi arrivati, per loro il futuro è ancora tutto da costruire.
Scorrendo i nomi si trovano ragazzi sicuramente interessanti che hanno fatto il bene dell’Atalanta o per il contributo sportivo o per quello economico. Gasperini ci ha messo del suo credendo in questi ragazzi e coinvolgendoli nel suo progetto. E sicuramente qualche qualità l’avevano anche i diretti interessati, capaci di conquistarsi sin da giovani un po’ di spazio.
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