Juventus-Atalanta. Storie di ex
Parlare di ex quando si incontra la Juventus è quasi doveroso. Tantissimi gli scambi fra le due società con l’Atalanta che negli anni settanta era quasi una società satellite della Juventus. Un rapporto e un’accondiscendenza che ancora oggi altre tifoserie imputano alla squadra bergamasca.
IL PRIMO EX
Il primo atalantino a prendere la strada di Torino è Camillo Fenili. È un attaccante nato a Bergamo nel 1904. Con l’Atalanta disputa una buona stagione (1924/25) nell’allora serie B. L’anno successivo viene ceduto alla Juventus dove disputa quindici incontri ma soprattutto vince lo scudetto, il secondo dei bianconeri e il primo degli Agnelli. Dopo di lui si passa al periodo che va dalla fine del secondo conflitto mondiale all’inizio degli anni sessanta. Di questo periodo il trasferimento più importante è quello che riguarda Karl Haage Hansen. Dopo una stagione a Bergamo, e 18 gol, va in quel di Torino dove in 86 partite mette a segno 37 gol e conquista uno scudetto.
ANNI SETTANTA
Il record di neroazzurri che si trasferiscono sotto la Mole torinese si registra negli anni settanta. È un autentico boom sia a livello di quantità che di qualità. Stiamo parlando di calciatori come Scirea, Cabrini, Fanna, Prandelli, Tavola e molti altri. Giocatori apprezzatissimi a Bergamo e capaci di fare la fortuna della Juventus e anche della nazionale italiana. Una nidiata di ragazzi capaci che evidenzia la bontà del vivaio neroazzurro visto che tutti, ad eccezione di Cabrini, provenivano da Zingonia.
DAGLI OTTANTA A FINE SECOLO
La processione di neroazzurri è poi proseguita anche nei successivi vent’anni. Più dilatata nel tempo ma anch’essa porta tanti calciatori neroazzurri a Torino. Anche in questo caso si parla di giocatori più che buoni anche se non tutti hanno avuto uguale fortuna con la maglia bianconera. Non è stata un’esperienza indimenticabile per Pacione, Magrin, Fortunato e Mirkovic. Hanno pagato partite sbagliate, periodi bianconeri non brillanti o infortuni. Per altri invece si è rivelata un’esperienza che ha arricchito la loro carriera. Tacchinardi con la Juventus ha vinto cinque scudetti e alcune coppe, Montero quattro scudetti e anch’egli un po’ di coppe, e anche Porrini, Inzaghi e Vieri hanno ricavato diverse soddisfazioni.
GLI ANNI DUEMILA
In questi ultimi 20 anni gli scambi si sono diradati. Ricordiamo Cristian Zenoni, Padoin che ha Torino ha vinto tanti scudetti, il tira e molla di Gabbiadini, Peluso e lo sfortunato Caldara. Fino ad arrivare a gennaio 2020 con uno dei grandi colpi di mercato dell’Atalanta di Percassi. La cessione di Kulusevski. Lo svedese mandato in prestito al Parma viene ceduto a campionato in corso alla Juventus presso la quale si è accasato definitivamente dalla stagione 2020/21.
L’ALTRA CORSIA
Abbiamo parlato molto dei giocatori che da Bergamo sono andati a Torino. Ma anche con quelli che hanno fatto il percorso inverso si potrebbe riempire un libro. Negli anni sessanta e settanta erano soprattutto giocatori a fine carriera o calciatori di ritorno. Nella prima categoria vanno annoverati: Umberto Colombo, Leoncini, Anzolin, Sacco. Tutta gente che doveva fare posto ai giovani ma capace di dare grandi contributi alla causa neroazzurra. Ma all’Atalanta hanno dato tanto, prima e dopo l’esperienza bianconera, anche giocatori come Marchetti e Prandelli. Più avanti un giocatore che si è fatto apprezzare con la maglia neroazzurra, dopo aver vestito quella bianconera, è stato Massimo Carera. Negli ultimi anni gli arrivi hanno riguardato anche prestiti secchi, giocatori quasi sconosciuti inseriti in scambi importanti fino ad arrivare a Romero.
Per concludere possiamo sicuramente dire che sono davvero tanti i nomi da ricordare. Ne abbiamo citati alcuni e chiediamo scusa a quelli non menzionati. La storia fra Atalanta e Juventus è fatta di tanti calciatori ed è emblematica di un certo cambiamento del calcio e dei rapporti. L’Atalanta è passata dal vendere giocatori di valore e in rampa di lancio a comperare dalla Juventus un possibile crack. In mezzo ci stanno fallimenti, giocatori di ritorno, giovani sconosciuti venduti e tanto altro. La storia di questi ex e di come sono cambiate le cose è anche il racconto di un monopolio bianconero che non esiste più. Il mercato oggi lo fa il cash più che il blasone.
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